venerdì 31 dicembre 2010

Il nascondiglio

Il nascondiglio, di Pupi Avati, con Laura Morante, Rita Tushingham, Burt Young, Treat Williams, Yvonne Sciò, Sydne Rome, Angela Goodwin - Italia, 2007. 
Punteggio ★★  

Pupi Avati torna ai suoi primi amori, l'horror e l'America, con questa vicenda di una casa maledetta e una protagonista ignara che va ad abitarci. La storia è scontata ma è la dimostrazione che un bravo regista riesce a catturare l'attenzione senza effetti speciali e con qualunque materiale. Così è per Avati, che ci coinvolge e si fa seguire fino al finale (in)atteso.
Opportuna la scelta come protagonista di Laura Morante, portatrice di un'immagine di donna nevrotica al limite dell'insopportabilità (peggio di lei c'è solo Margherita Buy) ma che proprio per questo si rivela (involontariamente) adatta alla parte. Intorno a lei, una serie di comprimari che ricordano altre epoche gloriose del cinema: Rita Tushingam, Burt Kennedy, Treat Williams, Sidney Rome, Angela Goodwin.
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giovedì 30 dicembre 2010

Manuale d'amore

Manuale d'amore. di Giovanni Veronesi. Con Carlo Verdone, Sergio Rubini, Margherita Buy, Luciana Littizzetto, Jasmine Trinca - Italia, 2005. 
Punteggio 1/2   

Quattro episodi non connessi tra di loro - innamoramento, crisi, tradimento, abbandono - vorrebbero rappresentare casistiche ricorrenti delle dinamiche amorose. Piatti, banali, scontati, non insegnano, non divertono.
Tanti attori famosi, poche le interpretazioni valide. Fra queste ultime svetta la prova di Rubini; dignitosi Verdone e Littizzetto; insopportabile cucciolone-Muccino.

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mercoledì 29 dicembre 2010

Benvenuti al sud

Benvenuti al sud, di Luca Miniero. Con Claudio Bisio, Alessandro Siani, Angela Finocchiaro, Valentina Lodovini, Nando Paone - Italia, 2010. 
Punteggio ★★1/2

Fedele riproposizione di Giù al nord, con un tocco di colore/calore mediterraneo in più. I fuochi artificiali notturni al posto delle campane sono più suggestivi.
La storia del direttore delle poste lombardo che viene trasferito al sud e parte con il terrore di finire nella terra dei selvaggi mafiosi è divertente, così come sono divertenti alcune prese in giro della "cultura" leghista, dalle "Rondinelle" (le ronde delle signore) all'Accademia del Gorgonzola.
Bisio molto bravo nella parte. L'antipatia naturale di Finocchiaro è messa una volta tanto al servizio del ruolo che interpreta. Valentina Lodovini buon esempio di attrice italiana capace e piacevole.
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martedì 28 dicembre 2010

La bellezza del somaro


La bellezza del somaro, di Sergio Castellitto. Con Sergio Castellitto, Laura Morante, Enzo Jannacci, Marco Giallini, Barbora Bobulova - Italia, 2010. 
Punteggio 1/2   

C'è chi lo ha definito il cinepattone di sinistra. Ma lo fosse, almeno, un cinepanettone! Invece, niente, centosette minuti di patemi verbali fra genitori e figli, mariti e mogli, mariti e amanti, analisti e pazienti.
Una coppia di borghesi cinquantenni che si ritengono progressisti e democratici viene messa in difficoltà dallo scoprire che la figlia diciassettenne ha un fidanzato settantenne. Intorno a loro, nella grande casa di campagna, si riuniscono altre famiglie anafettive-sfasciate-alternative-originali, altri figli sbandati-fumati-insicuri-saggi. Il tutto condito da quello che vorrebbe essere un tocco di allegra eccentricità per arrivare al gran finale liberatorio. Il risultato è talmente imbarazzante che la scelta del titolo si rivela così un'estrema manifestazione del narcisismo del regista.

Il film ha però anche alcuni aspetti positivi, nel senso che risolve un paio di dubbi che mi portavo dietro  da tempo. Il primo è ho capito che le attrici cosiddette "di sinistra", qua la Morante, in altri film la Buy o ancora la Golino, sono proprio insopportabili sia come attrici che come immagine di donne. Il secondo è la conferma che la Mazzantini non è una scrittrice in senso proprio. Il dubbio mi era venuto quando non ero riuscito ad arrivare alla fine di "Venuto al mondo"; dopo aver visto che è lei ad aver firmato soggetto e sceneggiatura di questo film, ho capito che il mio sospetto era più che fondato.
Opportunamente, viene ricordato nei titoli di coda che il film è considerato opera di interesse culturale dal Ministero per i beni e le attività culturali.

lunedì 27 dicembre 2010

L'amore ritorna


L'amore ritorna, di Sergio Rubini, con Fabrizio Bentivoglio, Sergio Rubini, Margherita Buy, Mariangela Melato, Giovanna Mezzogiorno - Italia, 2004. 
Punteggio ★★1/2   

Un attore di successo viene colto da un male improvviso ai polmoni. Ricoverato in ospedale, scopre la paura della morte, ripensa alla propria vita, ai suoi rapporti con gli altri. Intorno, la ex moglie (Buy), l'amante giovane (Mezzogiorno), un parente del paese d'origine (Rubini), la produttrice (Melato), amici, colleghi.
Niente di nuovo sotto il sole. Il film di Rubini, però, ha il merito di essere onesto. Nessun sogno pindarico, nessuna discesa agli inferi. Soltanto una riconsiderazione dell'esistenza che serve per ritrovare un senso, una forza per riprendere.
Bentivoglio bravo ma un po' ridondante. Buy lievemente meno insopportabile del solito, Mezzogiorno continua a non saper recitare.
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sabato 25 dicembre 2010

Doppio taglio

Doppio taglio, di Richard Marquand, con Glenn Close, Jeff Bridges, Peter Coyote, Robert Loggia, Usa, 1985. 
Punteggio 1/2   

Come cambia l'immaginario e il modo di rappresentare la realtà. Rivisto adesso, questo thriller giudiziario di 25 anni fa sembra una storiella da telefilm pomeridiano. Ai nostri giorni, un marito assassino non manifesterebbe mai allegria e spensieratezza dopo la morte della moglie e più ancora un'avvocato donna mai intreccerebbe una tresca con il proprio cliente prima del giudizio. Persino gli allora relativamente giovani Close e Bridges sembrano troppo aproblematici. Beata innocenza del cinema americano.

venerdì 24 dicembre 2010

Signore & Signori

Signore & Signori, di Pietro Germi, con Franco Fabrizi, Olga Villi, Virna Lisi, Beba Loncar, Gastone Moschin, Gigi Ballista, Alberto Lionello, Moira Orfei, Alberto Rabagliati. Italia, 1965. 
Punteggio ★★★   

Storie di tradimenti nella buona borghesia di una cattolicissima cittadina di provincia (Treviso). L'unica regola è: si può fare qualunque cosa, purché non pubblicamente e purché non si metta in discussione l'unità della famiglia.Quando si osa contravvenire a questa regola che garantisce la perpetuazione del sistema, scatta un ostracismo massicio e l'unica alternativa è andarsene o rientrare nei ranghi.
Si ride ma si ride amaro nel vedere un mondo basato sull'inganno e sull'abuso nei confronti dei deboli. Un mondo che sotto l'esibita e dominante morale cattolica, è profondamente amorale.
Uno dei titoli rappresentativi della commedia all'italiana e del cinema di Germi.
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mercoledì 22 dicembre 2010

Commediasexy

Commediasexy, di Alessandro D'Alatri, con Sergio Rubini, Paolo Bonolis, Margherita Buy, Michele Placido, Stefania Rocca, Elena Santarelli, Rocco Papaleo - Italia, 2006. 
Punteggio ★★1/2   

L'uomo importante, in questo caso un politico, che per non destare sospetti chiede all'amante di fingere di essere fidanzata con il suo autista, con tutti i prevedibili sviluppi, non è un'idea nuova. Merito di D'Alatri è però quello di riuscire a condurre tutta la vicenda sul piano della decenza senza sbracature caserecce, aiutato in questo anche da un cast ben scelto di attori che sanno recitare. Altro merito è di aver saputo evitare lo sviluppo più scontato delle storie di questo tipo e cioè che i finti fidanzati si innamorino per davvero, per lasciare invece spazio a un po' di critica sociale che, pur senza essere al vetriolo, è ahimé vicina allo squallore dell'Italia di oggi.
Fra gli attori, i voti migliori vanno a Rubini e Placido. Decenti Rocca, Buy e Santarelli nelle rispettive parti. Papaleo sempre simpatico. Una sorpresa Bonolis.
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martedì 21 dicembre 2010

Letture - Cartoline dai morti

Franco Arminio, Cartoline dai morti, Nottetempo Editore, 2010.
Punteggio ★★★   

Un libro - non saprei come altro definirlo: non è un romanzo, non sono aforismi, non sono poesie - inconsueto e toccante. Sono 128 brevissimi pensieri, lirici nella loro semplicità, di persone che ci raccontano come sono morte. Contrariamente a quanto indica la quarta di copertina, non è un nuovo Spoon River. Molto più pacificamente ma non meno significativamente, sono minuscoli ritratti istantanei di una vita, colta nell'attimo in cui è finita e individuata perciò nella sua essenza prima e ultima. Una simbolica "legenda" di tutti noi.
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L'abbuffata

L'abbuffata, di Mimmo Calopresti, con Paolo Briguglia, Elena Bouryka, Lele Nucera, Lorenzo Di Ciaccia, Diego Abatantuono, Mimmo Calopresti, Valeria Bruni Tedeschi, Donatella Finocchiaro, Gérard Depardieu, Nino Frassica, Steve Della Casa - Italia, 2007.  
Punteggio ★★   

Prima o poi, quando un regista "autore" è in crisi creativa fa un film su un regista "autore" in crisi creativa. Così è anche per Calopresti con L'abbuffata. Per fortuna che, a differenza di altri suoi colleghi più incupiti, la prende con allegria e il tocco è lieve. Anziché le solite lunghe sequenze onirico-meditative cui siamo abituati in questi casi, assistiamo così alle peripezie di un gruppo di ragazzi in un paesino del Sud che vogliono fare un film con un "Maestro", cioè il grande regista in crisi ritiratosi nel paese natio, che assiste impotente e astioso.
Un po' di scene stancamente critiche sul mondo del cinema e della televisione, qualche spunto sentimentale, un paio di camei di amici e critici cinematografici, belle inquadrature del paesino calabrese sul mare. Insomma, un film decentemente non riuscito che si lascia guardare.

lunedì 20 dicembre 2010

Pranzo di Ferragosto

Pranzo di Ferragosto, di Gianni Di Gregorio, con Gianni Di Gregorio, Valeria De Franciscis, Marina Cacciotti, Maria Calì, Grazia Cesarini Sforza - Italia, 2008. 
Punteggio ★★  

Gianni, ultracinquantenne, si occupa amorevolmente a tempo pieno dell'anziana madre, una nobildonna decaduta. Fra la madre e i debiti, trova conforto nella bottiglia ma sempre con dignità. Quando l'amministratore condominiale gli chiede di ospitare sua madre per Ferragosto in cambio di una congrua riduzione delle spese condominiali, seppur con incertezza accetta. Una richiesta analoga gli giunge dal medico di famiglia e anche a lui non può dire di no. Infine, si aggiunge una terza signora, zia dell'amministratore. Fra equivoci e idiosincrasie trasformati in gag delicate che fanno sorridere senza essere sguaiate, le anziane, ognuna con le sue manie e le sue preferenze, faticano a sincronizzarsi ma per fortuna trovano un'intesa affettiva in tempo per un felice pranzo di ferragosto.
Gianni Di Gregorio, sceneggiatore all'esordio dietro e davanti alla macchina da presa, ha scritto, sceneggiato, recitato e diretto il film. Il risultato è comunque più che piacevole. Le anziane sono ritratte con un garbo e un'affettuosità che può derivare solo da un'esperienza vissuta. Di Gregorio, nel recitare se stesso, risulta un attore molto naturale e credibile. Tra i protagonisti va anche considerata una suggestiva Roma deserta nel giorno di Ferragosto.

domenica 19 dicembre 2010

Tutta la vita davanti


Tutta la vita davanti, di Paolo Virzì, con Isabella Ragonese, Sabrina Ferilli, Valerio Mastandrea, Elio Germano, Massimo Ghini - Italia, 2008. 
Punteggio 1/2   



Paolo Virzì, pur distinguendosi dai mercivendoli imperanti, non è mai riuscito a raggiungere la statura di "autore". I suoi film sono talvolta decenti, talvolta pessimi, ma sempre un po' sotto quell'invisibile linea che separa l'intellettuale, l'artista, il talento, dal mestierante, l'artigiano, il divulgatore.
Qua siamo purtroppo nel caso del film pessimo.
Nonostante il tema socialmente à la page come la difficoltà di trovar lavoro e l'esperienza in un call center, nonostante la presenza di vari attori (Ragonese, Ferilli, Mastandrea, Gabriellini, Ramazzotti) che, seppur incapaci, sono un'attrazione per il pubblico, nonostante ancora la presenza di alcuni attori capaci (Germano, Ghini) è un film piatto e finto che mescola vari generi, dal sentimentale al sociale, dalla commedia al dramma, per non comunicare niente.
Una traiettoria simile a quella di Virzì si riscontra per la Ferilli: non è mai riuscita a essere una vera attrice iconica della bellezza mediterranea. Talvolta (era) sensuale, talvolta (è) piatta, ma non è mai arrivata a essere "la nuova Loren". Ora è solo patetica.

Pensierini - Invecchiare 3

"ci è voluto del talento
per riuscire ad invecchiare senza diventare adulti"

Jacques Brel, La canzone dei vecchi amanti
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Pensierini - Invecchiare 2

"Nella meglio vecchiaia arriva sempre il momento in cui si ha voglia di esplorare nuovi mondi. (...) I vecchi hanno buona fantasia. Al meglio della loro migliore vecchiaia, sovvertono, spaziano, stupiscono. (...) Quando si diventa vecchi, c'è sempre  la possibilità di fare qualcosa che il conformismo giovanile e l'opportunismo della mezza età avevano ostacolato".

Stefano Di Michele, Il Foglio, 20 novembre 2010 e 4 dicembre 2010.
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Pensierini - Invecchiare 1

"... diventare vecchi attenua il dolore della vita? Ci rende meno capaci di soffrire, e quindi anche di amare, e di provare passioni? Fa diventare più cinici, più duri, più insensibili? Me lo chiedo oggi, all'inizio della mia vecchiaia. Temo sia così, e me lo rimprovero".

Gianni Vattimo, citato in Stefano Di Michele, "Una risata non ci seppellirà", Il Foglio, 20 novembre 2010
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sabato 18 dicembre 2010

Tornando a casa per Natale

Tornando a casa per Natale, di Bent Hamer, con Arianit Berisha, Sany Lesmeister, Nadja Soukup, Nina Zanjani, Igor Necemer, Norvegia-Svezia-Germania, 2010. 
Punteggio ★★★1/2   

Natale come riunirsi, affetti, famiglia; Natale come momento di raccoglimento amoroso. Bent Hamer crede ancora a questi sentimenti e soprattutto riesce a trasmetterceli con questo film che ritrae diverse storie che si intersecano nella notte della vigilia in un piccolo paese norvegese.
Fuori il buio, la neve, il gelo; dentro la luce, il tepore, il calore umano. Sono storie di allontanamento e riunione, disamore e innamoramento, nascita e morte ma comunque sempre storie di una umanità che spesso tendiamo a dimenticare e che Hamer ama e ci fa amare. Su tutto, l'aurora boreale, simbolo di una natura misteriosa e miracolosa che sembra benedire, non necessariamente in senso religioso, i nostri affanni.
Le scene in esterni, fatte solo di buio e neve solcati dalle luci dei treni o degli spazzaneve, sono da catalogo delle emozioni. Un film intenso e profondo nella sua semplicità.

venerdì 17 dicembre 2010

Matrimonio al'italiana

Matrimonio all'italiana, di Vittorio De Sica, con Marcello Mastroianni, Sophia Loren, Aldo Puglisi, Tecla Scarano, Marilù Tolo - Italia, 1964. 
Punteggio ★★1/2   

"Filumena Marturano", scritto da Eduardo De Filippo nel 1946, è uno dei grandi classici della commedia teatrale napoletana. La storia della bella donna con un passato da prostituta che, dopo aver fatto per trent'anni la mantenuta di  un ricco sciupafemmine, finge di essere in procinto di morire per farsi sposare, ha avuto varie versioni teatrali e trasposizioni cinematografiche in Italia e all'estero.
Il film di De Sica ha il pregio di andare oltre la mera trasposizione teatrale e di aggiungere qua e là vari tocchi che rendono la storia "cinematografica" a tutti gli effetti.
Il risultato è ancora oggi gradevole, sebbene gli oltre sessant'anni trascorsi dalla stesura del testo originale si facciano sentire appieno soprattutto per quanto riguarda l'ambientazione nella Napoli del dopoguerra.
Anche quello che circa cinquant'anni fa era considerato il grande appeal della Loren, fatto di prorompente fisicità popolana venata di una nota di disperazione, appare oggi un po' offuscato a favore di modelli di fascinazione del tutto diversi.

giovedì 16 dicembre 2010

North face

North Face, di Philipp Stölzl, con Benno Fürmann, Johanna Wokalek, Florian Lukas, Simon Schwarz - Germania-Svizzera-Austria, 2008. 
Punteggio ★★1/2   

La parete nord dell'Eiger è stata fino agli anni '30 del Novecento una delle mete considerate impossibili da scalare e ancora oggi costituisce un temibile banco di prova per gli alpinisti. Il fascino maledetto di questa scalata ha originato storie, leggende e resoconti di ogni tipo. Merito del regista è di raccontarci non la conquista della vetta con tutta la retorica che ne consegue  ma il tragico tentativo fallito delle cordate tedesca e austriaca nel 1936, quando il regime nazista era assetato di imprese dei campioni dell'arianesimo da mostrare al mondo. Fu Göbbels stesso a decidere di utilizzare per la propaganda politica l'impresa della cordata tedesca, composta di due militari non iscritti al partito. Giornalisti di ogni parte si precipitarono al campo base per seguire e raccontare in diretta, con i mezzi dell'epoca, il tentativo di scalata delle due cordate ariane, seguite da una terza cordata, di italiani, di cui si perde però subito traccia.
Le insufficienti attrezzature utilizzate dagli scalatori furono alla base del rifiuto delle squadre del soccorso alpino svizzero di assumersi la responsabilità di un eventuale salvataggio. Opportunamente, il regista dedica perciò una grande attenzione alle attrezzature e ai materiali della scalata, così come l'intero film è pervaso da una volontà di ricostruzione d'epoca encoiabile e piacevole. Sebbene la sceneggiatura sia l'anello debole, le riprese della scalata sono credibilmente avvincenti e le immagini della montagna coinvolgenti.

mercoledì 15 dicembre 2010

Pensierini - Critici e recensori


« Nel 1959 [il saggio "Tolstoj o Dostoevskij"] rivelò urbi et orbi il talento del critico George Steiner (...). Gli anni trascorsi dalla prima uscita del libro (...), non solo non ne hanno appannato l'originalità, ma hanno reso semmai più convincente la tesi, di cui George Steiner è teorico militante, che la critica letteraria debba "scaturire da un debito d'amore" verso ciò che ha avuto il potere di trasformarci, di lasciarci diversi dopo la lettura, tanto che nel "momento in cui deponiamo il libro non siamo più quelli che eravamo prima di leggerlo".
Steiner illustra la sua idea del lavoro critico come missione "sacerdotale" proprio all'inizio di "Tolstoj o Dostoevskij": il critico ha il compito di distinguere non tra il buono e il cattivo, ma tra il buono e l'ottimo". Questo lo rende diverso dal semplice recensore, al quale è consentito occuparsi anche dei libri che non sono capolavori, per assolvere il pur necessario compito di "seppellire più che elogiare" (meno è meglio, in tema di letteratura, anche per Steiner e già nel '59: "Esiste in effetti una grande quantità di opere da seppellire se vogliamo tutelare la salute della lingua e della sensibilità"). »
Il Foglio, 6 novembre 2010